Ruthie Davis: da artista virtuosa a visionaria tropicale
L’esplosione di colori mixati a borchie
metal e tacchi stratosferici rendono il brand di Ruthie Davis riconosciuto a
più.

Ispirata alle più conosciute Bond Girls
ed alle eroine dei fumetti, l’americana Ruthie Davis ha una visione della moda
decisamente funzionale, moderna e sexy. Grazie al suo background in marketing notoriamente
unito all’empatia ed alla passione per la moda, Ruthie riesce a stare al passo
con i trend, senza mai rinunciare al suo stile che urla decisamente al “Girl Power”.
Le linee iperboliche,i colori e i
materiali preziosi sono il suo stemma reale. La scarpe,estremamente geometriche,
vengono abbinate alle borse che presentano una rivisitazione,inaspettata,delle
forme classiche rese grintose e caratteristiche grazie al gioco cromatico che
rende favorevole un twist davvero innovativo.
Chiamateli accessori se volete,ma il
nome corretto dovrebbe essere “oggetti d’arte” oppure “arte pret à porter” ,
piccole sculture da indossare,come ornamento o come prolungamento dell’essere
femminile, per rendersi immediatamente riconoscibili.
Ruthie Davis nasce come una designer virtuosa
che permettere la creazione delle sue
collezioni in Italia direttamente dalle mani di artigiani di borgo.

L’inserimento
degli Swarosky modellati a forma di prisma e le,caratteristiche,borchie fluo
danno vita ad un arcobaleno di luci che termina in un’esaltazione di colori
inediti ed ipnotici.
L’arte,nelle
creazioni di Ruthie Davis,è presente in ogni luogo e in ogni dettaglio.
I tacchi
costruiti ad arte dalle forme post moderne non fanno rimpiangere le vecchie
opere di Christian Leboutin. Al contrario lo esaltano e lo adorano,i
pregiatissimi materiali,che vanno dai pellami lucidi a quelli opachi danno un
tocco di finezza a queste piccole opere da indossare. La collezione S|S 2012 riporta
alla mente il caldo di Saint Tropez in
estate ed il glam degli anni '70 grazie alla palette dei colori che oscilla tra
il pallore della luna e i bagliori dei
miraggi tropicali.
Il tutto al
limite delle atmosfere fantasy ed oniriche.
Elisabetta
Rasicci